Flash del giorno, e anche del momento. Un fulmine che mi passa mentre torno a casa da lavoro. E’ un concetto che si materializza, dopo che passo tanto tempo a pensarci… penso al dolore fisico che ha preso mia mamma, lancinante, e che è capitato anche a delle amiche, un dolore forte che ti sveglia addirittura di notte. Ma anche il dolore che senti dentro, come quello che ho sentito l’anno scorso, a più riprese, che mi faceva dormire ma mi ha tormentato davvero tanto, e per tanto tempo.
E il pensiero che il dolore, sia fisico che interiore, fa bene. Porta alla guarigione.
Il dolore fisico è tosto. Lo so, ho sofferto di fortissimi dolori ai denti, che solo dopo contorsioni nel letto, mi buttavo su un aulin che mi salvava per qualche ora. E così mia mamma e le mie amiche, si sono bombate di robe chimiche perchè il dolore era insopportabile. Eppure, il dolore è guarigione, il dolore è purificazione, e soprattutto col dolore puoi apprezzare quando non ne hai, quando stai bene, puoi realmente apprezzare la tua vita, la vita, il tuo corpo, tutto.
Inoltre col dolore elimini lo squilibrio che si è creato, infatti il dolore è sintomo che qualcosa non va all’interno del tuo corpo che ti sta mandando un segnale, e la medicina chimica spegne quel segnale d’allarme che il tuo corpo ti sta lanciando. Pensiamoci: se in una casa comincia ad uscire un pò di fumo, e tu gli spegni la campanella d’allarme, cosa succede? Brucerà tutto, o no? Uguale per il nostro corpo, con la medicina spegniamo il segnale d’allarme, ed il nostro corpo dovrà trovare nuovi modi per segnalarci che qualcosa non va, quindi avremo nuovi dolori, o continueranno gli stessi, che diventeranno quello che la medicina occidentale identifica con le malattie croniche, quelle che ce le hai, e te le devi pure tenere perchè non c’è modo di guarire, tiè! Bella roba…
Con le arti orientali, invece, quindi anche con la meditazione ed il reiki, ci si avvicina al concetto di accettare il dolore, come un momento di coscienza con se stessi, col proprio corpo fisico, mentale e spirituale. Per poi cercare di raggiungere la guarigione gradatamente, con le varie tecniche alternative alla medicina tradizionale di cui disponiamo: massaggi, trattamenti, reiki fino anche al pensiero positivo. Chi più ne ha, più ne metta.
Ho scoperto studiando queste arti che lo squilibrio nasce prima di tutto a livello energetico, a livello della nostra aura, quindi entra a livello emotivo, per poi (solo alla fine) giungere a livello fisico. Dall’esterno verso l’interno. Quindi quando il corpo manda questi segnali di dolore fisico, prima ne aveva mandati altri, a livello emotivo ed energetico, ma noi li abbiamo probabilmente spenti, non considerati. L’anima ci ha parlato ma non ci siamo accorti, ahimè.
Ed appunto veniamo al dolore interiore. Il dolore interiore… Dio solo sa quanto fa male. Anche perchè non esiste il pillolone qui, a meno che uno non voglia spegnere il cervello e la mente, e quindi drogarsi con psicofarmaci schifosi che ti annebbiano le cellule cerebrali e ti fanno dimenticare pure chi sei.
Ma senza la nostra attenzione, la nostra coscienza, non potremo mai raggiungere quella consapevolezza che prima ci fa toccare il fondo, per poi risalire. Quasi automaticamente, naturalmente, avviene questo, ovvio con i giusti tempi. Yin e Yang. E’ natura. Notte e Giorno. Luce e Buio.
Ed è forse questo, che, finalmente, ho appreso, del perchè del mio anno horribilis 2013.
Ora sto bene. Ora sono guarita (non so da che cosa, forse lo scoprirò!), ora so. E sono corsa a casa per condividerlo.