“Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi?” Giovanni 10, 34
E’ da 2000 anni che Gesù ci invita a ricordarci della nostra natura divina. Infatti afferma con forza “VOI SIETE DEI”, ovvero noi abbiamo il DNA regale di Dio. Robe forti da dire, figuriamoci in un mondo “ortodosso” come quello della Palestina di 2000 anni fa… Gesù ha rischiato la lapidazione in più di un’occasione per dire cose così forti! Ma non se le teneva per lui, anzi! Coraggiosissimo Gesù!
E noi ci crediamo? Siamo consapevoli che siamo figli del Re dei re?
In queste tre brevi parole c’è un mondo, anzi un universo! Noi siamo dèi, così come il nostro Padre Creatore che ci ha portato in questa terra, in questo momento, con questo corpo, mente, vita, etc.
E cosa fa il nostro Creatore?
Crea.
Tramite cosa?
“E Dio disse: – Sia la luce!- E la luce fu”. Genesi 1:3, fin da subito, al terzo versetto della Bibbia (mattone da migliaia di pagine) scopriamo che il Creatore ha creato tramite la PAROLA. Infatti dice “disse”.
Lo sanno anche le pietre che la parola crea, ma tuttavia ci capita, inconsciamente, di parlare male della nostra vita.
“Ehy, ciao come stai?” “Eh insomma, sono stufa di questo lockdown, mi sento in una prigione…” ups! Detto fatto.
Abbiamo creato, anche se non intenzionalmente, una prigione nella nostra vita.
Gesù infatti a tal senso ci ricorda “La bocca parla dall’abbondanza del cuore” in Matteo 12:34. Ovvero quello che abbiamo nel cuore si esplicita attraverso la parola, ed il cuore non mente, mentre la mente, che mente, sì!
Quindi chiediamoci: cosa abbonda nel mio cuore? Ma bisogna essere onesti con sè stessi, perché fingere o prendersi in giro, non porterà a nessun miglioramento o cambiamento. Notiamo le nostre parole, soprattutto quando non ci pensiamo prima a quello che dobbiamo dire, e capiremo.
E se vogliamo fare una “pulizia” energetica del nostro cuore, possiamo andare direttamente alla fonte, a Gesù, che non aspetta altro che aiutarci. E la pratica della preghiera del cuore che ho condiviso è la pratica più potente che esista.
Un altro stupendo passo è quello in cui Gesù ci esorta a chiedere e ad affidarci al Padre Nostro, perché si tratta di nostro PADRE, essendo noi suoi FIGLI, sue creazioni. Per questo quando lo preghiamo, sarebbe anche da farlo col cuore da figlio a padre.. e chiamandolo anche semplicemente “Papà!” …. O “Abbà” termine aramaico che significa appunto Padre.
“Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.” Matteo 6:25,32.
Ecco, osserviamo la natura come vive in semplicità e pienezza, e sentiamoci ricolmi della Grazia di Dio che ci farà avere quello di cui abbiamo bisogno, perché lui è nostro Padre e si preoccupa e si occupa di noi!
Quando mi ritrovo nel buio della tristezza, sento gli uccellini o guardo i fiori e penso a queste parole fantastiche di Gesù. Non ci manca niente, e se ci dovesse mancare qualcosa Gesù ci dice:
“Disse Gesù ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.” Giovanni 14,1
Quando ci turbiamo per degli avvenimenti negativi andiamo in crisi. E qui Gesù ci invita a non turbare il nostro cuore, dove lui poi in realtà dimora. E ci ricorda di avere costantemente fede in Dio ed in lui, perché loro sono SEMPRE presenti, sono in noi perennemente, e se quel fatto negativo ci è successo, ci sarà una qualche buona ragione, che però, almeno al momento, la mente non riesce ad elaborare (capire, e questo la turba moltissimo!).
Ed è proprio in quei momenti, quando è la mente magari più che il cuore ad essere turbata, che dobbiamo buttarci nella fiducia, nella speranza, e buttare via lo sconforto e i turbamenti che possano averci arrecato, perché il Signore è sempre con noi, quindi alzare le nostre vibrazioni, lodare e ringraziare il Signore sempre e soprattutto nei momenti di difficoltà, che sono poi quelli che ci avvicinano al nostro vero Sé Superiore, che è amore puro ed è connesso al 100% con il Signore. Ricordiamocelo la prossima volta quando lo sconforto ritornerà. Le parole di Dio ci servono per questi momenti.
E difatti ieri mattina mi sono svegliata con tante paure relative al lavoro, frullavano da sole in testa, e ho capito che la parola “ABBIATE FEDE” era proprio da mettere in pratica; era un test questo momento per me.
Ed ha funzionato.. non ho avuto più quelle paure, né quei pensieri roteanti da soli nella mia testa, e stamattina ho avuto un meeting tosto che mi turbava, ma è andato bene, né mi turba il futuro cambiamento che sta per arrivare.
Lode a te Signore Gesù, perché il tuo amore è più forte delle paure che ho dentro di me e con te mi salverò e vivrò finalmente la vita piena e libera che tu vuoi per tutti noi!