Prima lavora su te… poi gli altri!

E rieccoci su questo tema. Mica mi entra in testa, eh… oppure non voglio farmelo entrare, ehehe.

E invece, tema che ritorna.

Basta fare le crocerossine. Basta aiutare gli altri incondizionatamente.

Soprattutto se non ti aiuti te stessa, in primis.

Sano egoismo.

Prima vengo io, poi gli altri. E difatti mentre mi spiegavano, per l’ennesima volta questo concetto, mi è venuto in mente di quando prima di partire in aereo ti mostrano come metterti la mascherina dell’ossigeno e … di pensare prima a se stessi, e poi ad un eventuale bambino. In realtà, una madre, immagino io, penserebbe prima a lui che lei stessa, no? Invece, prima deve pensare a se stessa per SALVARSI, poi può accudire l’infante che invece è impossibilitato a salvare se stesso.

Prima pensa a te. Salva te stesso, te stessa. Poi gli altri.

Mi sono infatti accorta che al primo posto dei miei pensieri c’è il problema altrui. I miei… uff… in fondo alla lista.

Eh no!

Troppo facile sviare dal nostro sè interiore! Dai nostri problemi! Troppo facile scaricarsi su esteriorizzazioni inutili. Sviare l’attenzione su ciò che realmente è importante per NOI. Per ME!

Che poi… se non penso io a ME STESSO, ME STESSA… chi ci pensa? …… nessuno!!!!

Prima me ne rendo conto, e prima comincio a smazzarmi un sacco di roba MIA, e solo MIA! E sarebbe anche l’ora.

Sono entrata in crisi quando ho fatto esperienza di eccessivo egoismo. Cosa vuoi mangiare? La pizza… eh grazie, ma io sono intollerante… complimenti per l’egoismo! E giù di crisi…. Ok, il SANO EGOISMO che tiene conto dei bisogni altrui, non all’eccesso. Se posso mangiare di tutto, mentre la mia amica no, sarà anche il caso di ricordarselo, no?

Sto passando un periodo tosto… distacco totale dalla famiglia. Per varie ragioni. Sto pregando tanto… ma tanto… per loro. Primo perchè ne hanno bisogno, secondo perchè, pensavo, se prego per loro, indirettamente l’effetto delle preghiere arrivano anche a me. Invece, I messaggi che mi sono arrivati sono ancora nello stesso senso: prega per te (che ne hai bisogno!). Avevo infatti cominciato la preghiera della Divina Misericordia per mia sorella, che so essere nello sconforto totale, Non essendo un’esperta conoscitrice del Rosario, mi sono sbagliata a seguire con I grani… e quindi ho dovuto ripetere da capo la preghiera. Quando me ne sono resa conto … illuminazione: forse non la devo fare per lei… ma piuttosto per me….

E allora ben venga il sano egoismo.

Questo è anche un reminder per me stessa che Dio ci sente, eccome, e che non ha bisogno di milioni di preghiere. Io ti affido I miei problemi, poi… pensaci tu. Mi scanso, me ne dimentico… e nel frattempo mi impegno a farMI del bene. Negli atti più semplici, ogni singolo giorno. Mangio quel che mi piace, sorrido spesso, faccio quello che mi piace, mi faccio coccolare dai miei gatti, mi prendo cura del mio corpo con dello sano yoga…. e rendo grazie per ogni secondo passato in questo stato di pace. PACE.

E come per magia, leggo questa ANTICA BENEDIZIONE

“Ho liberato i miei genitori dalla sensazione di avere fallito con me. 
Ho liberato i miei figli dal bisogno di portare orgoglio per me; che possano scrivere e percorrere le loro proprie vie secondo i loro cuori, che sussurrano tutto il tempo alle loro orecchie. 
Ho liberato il mio uomo dall’obbligo di completarlo, di completarmi. Non mi manca niente, imparo per tutto il tempo, insieme a tutti gli esseri. Mi piacciano o non mi piacciano. 
Ringrazio i miei nonni e antenati che si sono riuniti affinché oggi io respiri la Vita. 
Li libero dai fallimenti del passato e dai desideri che non hanno portato a compimento, consapevole che hanno fatto del loro meglio per risolvere le loro situazioni all’interno della coscienza di quell’istante. Li onoro, li amo e li riconosco innocenti. 
Io mi denudo davanti a tutti gli occhi, che sanno che non nascondo né devo nulla oltre ad essere fedele a me stessa e alla mia stessa esistenza, e che camminando con la saggezza del cuore, sono consapevole che il mio unico dovere è perseguire il mio progetto di vita, libera da legami familiari invisibili e visibili che possono turbare la mia pace e felicità. Queste sono le mie uniche responsabilità. 
Rinuncio al ruolo di Salvatrice, di essere colei che unisce o soddisfa le aspettative degli altri. 
Imparando attraverso, e soltanto attraverso l’amore, benedico la mia essenza e il mio modo di esprimerla, anche se qualcuno potrebbe non capirmi. 
Capisco me stessa, perché solo io ho vissuto e sperimentato la mia storia; perché mi conosco, so chi sono, quello che sento, quello che faccio e perché lo faccio. 
Mi rispetto e approvo. 
Io onoro la divinità in me e in te… siamo liberi.”
Antica Benedizione dedicata alla Dea IxChel e tradotta dalla lingua Nahuatl parlata, a partire dal VII sec., nella Regione Centrale del Messico.y
Dalla pagina Semi di consapevolezza. Il fiore dell’amore