Schemi mentali

Gli schemi mentali, a mio modo di vedere, sono delle barriere alla creatività, alla circolazione dell’energia e dell’amore. Me li immagino come delle barriere, dei cancelli che chiudono il nostro cervello e il nostro cuore. Oltre non si può andare, e se mai dovessi scavalcare quei confini, suona l’allarme.

Ma chi ce li ha creati questi cancelli mentali?

Poniamo che sei cresciuta con questo mantra in testa: prima il dovere, poi il piacere.

E allora cresci, diligente, colori dentro i bordi, fai i compiti prima di giocare, aiuti la mamma a fare i mestieri il sabato mattina a 6 anni, pulisci la doccia dopo che l’hai usata, aiuti a sbucciare infiniti fagiolini. Cresci e questo mantra ritorna ogni volta. Ti laurei facendoti un mazzo tanto, non conosci la festa universitaria, perché sarebbe una violazione a quello che ti è stato insegnato. Completi il corso con tante sofferenze, solo studio e anche lavoro, perché non basta uno, ci vogliamo mettere proprio sodo a fare ciò che è “dovere”.

A seguire il mondo del lavoro. Anche li, diligente. Segui le regole. La gerarchia.

Prima il dovere e poi il piacere si trasforma nel lavorare dalle 8 alle 17 e poi svagarsi quando si può, e soprattutto inebriarsi al weekend. Weekend dopo weekend, mese dopo mese. Anno dopo anno.

Qualcosa però non torna, questo dovere comincia a starti stretto. Mano a mano, cominci a conoscere la spiritualità, scopri, piano piano, che il mantra si capovolge e addirittura si enuncia “è nostro diritto essere felici”. E qui si fa tanto confusione…

Ora, la situazione è che cerco la felicità in ogni dove. In ogni quando. La felicità, la serenità, la pace. Non sempre è facile, perché chi mi sta vicino, è ancora rinchiuso nella gabbia del mantra sbagliato, della lamentela a tutti i costi.

Sono dure lotte quando poi, mi devo confrontare con chi mi ha insegnato questo mantra, cresciuto anche lui nella convinzione che la vita sia solo duro lavoro, sacrifici, dolore, e forse, se il tempo e il denaro avanza, piacere, vacanza, relax. Parlare di diritto al piacere, alla felicità, ti fa dipingere come i figli dei fiori degli anni ‘60, strambi e fuori di testa mentre l’interlocutore impersona ottusità fino al midollo.

Per me, che sono acquario, nessun problema: me ne sbatto e vado avanti per la mia strada, costi quel che costi. Ma in ballo c’è la serenità di mia sorella, che ovviamente ha anche lei la mia stessa visione ed è a contatto ogni giorno con quel padre “ottusangolo” e retrogrado. Che si fa? Come si fa a capovolgere il mondo, e la mente di chi è cresciuto con tali costrizioni mentali?

Finchè ci dobbiamo confrontare con noi stessi, è un conto. Ma il conto si fa salato, quando a confrontarci siamo con chi in famiglia non la pensa come noi.

Ovviamente non si può cambiare la mente altrui…

Pregare.. non resta che questo.. ma se ci pensi.. a quanto ci auto-limitiamo in nome di qualcosa che ci è imposto dall’esterno… e questo si può collegare a qualsiasi cosa (società, scuola, chiesa, tv), ma ora è già troppo che ho scritto. Lascio a chi legge di spaziare nelle conclusioni, e di lasciarmi un commento, un consiglio se ne avete voglia.

Grazie ❤

 

 

8 thoughts on “Schemi mentali

  1. steolino ha detto:

    Concordo che ognuno di noi debba fare il suo percorso. Sorelle e fratelli.ognuno ha il suo debito karmico e i condizionamenti interpretati da affrontare.e solo lui può decidere come e quando affrontarlo. La spiritualità aiuta certamente a conoscere e realizzare se’ stessi.ma nn è detto che ciò che assorbi tu dai condizionamenti sia lo stesso che assorbono fratelli e sorelle, perché diversi. Quello che si può fare secondo me è essere da esempio.esempio di come vivere appieno la propria vita rompendo quegli schemi.il resto dipende dal libero arbitrio di ognuno di noi…questo è ciò che faccio io…per mia sorella… spero di nn aver scritto castronate.grazie grazie grazie

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  2. Stefania ha detto:

    Io penso che ognuno deve seguire la propria voce interiore e quindi l’evoluzione che si prospetta per tua sorella. Ci saranno dei costi ma ne vale sempre la pena se siamo sicuri di noi stessi.

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  3. alessandra ha detto:

    mi sono promessa che ai miei figli ( se il signore mi darà la grazia di diventare mamma) insegnerò l’arte della felicità e che tutto può accadere. questo percorso lo sto conoscendo e vivendo a 34 anni e credo sia uno di quei semi fondamentali da lasciare alle prossime generazioni. ok il sacrificio e la responsabilità ma la consapevolezza del tutt’uno con l’universo credo sia il miglior testamento da mandare avanti ( oltre alle ricette di nonna e mamma !).
    “sono grato a tutte quelle persone che mi hanno detto NO: è grazie a loro se sono quel che sono. A. Einstein”

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