Conosco tante persone che sono “nella terra di mezzo”… quasi risvegliate, ma ancora ancorate alle vecchie malsane abitudini fatte di lamentele, vittimismo, incapacità a cambiare.
Ho cominciato a non intervenire, né a dire nulla, e questo mi costa un dolore che non sapevo… mi spiace vedere queste persone, che rispetto ed apprezzo, sbagliare e crogiolarsi nei loro problemi, perché io so quello che andrebbe cambiato, o almeno immagino che se cambiassero qualcosa, nella dieta, nelle abitudini, nel modo di pensare, allora cambierebbe in meglio tutta la vita loro.
Ma ho capito, a mie spese, che bisogna rispettare il cammino altrui, con la propria conoscenza e consapevolezza. Ed io rispetto, ma mi mordo le labbra per non intervenire, e quante volte ho sentito alla classica domanda del come va, la laconica risposta “male, ma bene comunque…” o simili risposte che evidenziano sofferenze latenti.
Sono tutte persone a me vicine, amiche o colleghe con il quale sento un qualcosa di più rispetto alle altre… e mi chiedo se ha un motivo questo avvicendarsi di persone vicine al risveglio, che credono quindi negli angeli, nella legge dell’attrazione, nel pensiero positivo, ma che oltre a qualche libro e il ripetersi “andrà tutto bene, devo rimanere positiva” non fanno null’altro. Né meditazione, né esercizi per il corpo, forse una dieta forzata da un corpo che soffre, ma di certo non per nutrire l’anima… richieste e pazienza, positività e amore per se stesse, sono cose così difficili da provare?
Si, è difficile il cambiamento. Sì è molto difficile lasciare la propria “comfort zone”. Sì, è molto più semplice fare la vittima, prendersela col mondo, con gli altri, con le malattie, con la sfiga. Ma poi non cambia niente, anzi peggiora. Malattie, piccole ovvio, che si susseguono, non ne va una giusta, se c’è il sole che-palle-il-sole, se piove mannaggia-alla-pioggia..
Insomma, sono tante queste persone. Come faccio io a stare zitta?! Certe volte, quando mi parlano, non ce la faccio più e sbotto! Ma… chi sono io per dire loro cosa fare? E poi, non l’ho già fatto, e loro continuano imperterrite nei loro errori? Certo, bisogna sbagliare per accorgersi del bisogno del cambiamento, bisogna toccare il fondo prima di risalire.. ma qua si parla di lunghi periodi di sbagli.. non dice “errare è umano, perseverare è diabolico”, ma io direi persevare è da stupidi! Perché non capire l’errore… è da accecati, altro che..
Il mio sogno, o quello che sento dentro me, che prima o poi si realizzerà (in questa o altra vita…) è di canalizzare l’energia che ho a disposizione per aiutare le persone a guarire, a livello fisico mentale emozionale. Sto sperimentando da anni ormai diverse pratiche su di me, ed io piano piano, stile cipolla, mi sto smazzando vari traumi, che io chiamo simpaticamente “mostri”… Prima o poi sarò pronta anche io ad intervenire su altri, e ieri ragionavo: ma quante ne conosco che sono così in bilico? Che potrebbero avere bisogno? Caso? Come posso leggere questa situazione… ? So che si può intervenire se e solo se la persona te lo chiede. Anzi, ho sentito dire “ ti aiuto, se tu mi aiuti”. Bellissima, vero? Ti aiuto, se tu mi aiuti (ad aiutarti)…
Però quando è troppo, è troppo. Però devi rispettare il tempo dell’altra persona… che potrebbe non essere pronta… ma uff, se queste persone non si svegliano, potrebbero soffrire di tumori, presto! E lo sanno! E anche questo pensiero… mi affligge…
Viviamo nel pianeta del Libero Arbitrio, dice Susanna Garavaglia. Verissimo. E io in questo senso vorrei tanto intervenire, ma non so se sia giusto. Che fare??